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venerdì 6 novembre 2020
Alcune dritte per fare prevenzione alla salute psichica
Per fare una buona e attenta prevenzione al disagio psicologico in età pediatrica , e non solo, è assolutamente fondamentale fare un distinguo tra sintomo medico e sintomo psichico. Il sintomo medico, è Il segno che qualifica un tipo di ragionamento logico che permette di collegare un elemento, per esempio, un dato diagnostico con uno stato morboso. In patologia medica, più il segno è univoco, più è operativo, perché permette di individuare più facilmente la malattia di cui è indice. Le cose sono molto diverse quando ci si occupa del sintomo psichico. Oggi, grazie a due fondamentali scoperte di Freud sappiamo come "guardarlo" ed eventualmente come trattarlo. La prima è la scoperta che il sintomo, da indice, ossia da segno logico, diventa un segno linguistico. Fondamentalmente, il sintomo di cui soffre la persona ( indipendentemente dall’ età) "parla" (vuol dire qualcosa) è un messaggio, anche se per il soggetto il suo significato rimane ignoto, sconosciuto, rimosso, dirà Freud.
La seconda scoperta Freud l'ha fatta grazie alle isteriche che si lamentavano di sintomi somatici, che erano scollegati però con la realtà degli organi: si comportavano come se l'anatomia non esistesse. In sintesi, da una parte quindi il sintomo psichico non ha necessariamente un legame reale con l'organismo e dall'altra il sintomo è dotato di senso, di un senso però non consapevole . Lacan dirà poi che il sintomo si forma come un'operazione di linguaggio e cioè come una metafora. Abbiamo una metafora quando un significante viene sostituito da un altro significante e questa sostituzione ha come effetto per esempio la creazione di un senso nuovo.
Che cosa ne ricaviamo dagli insegnamenti di Freud, Lacan ed altri? Come i loro insegnamenti possono essere usati per fare prevenzione? Quali errori il clinico può evitare? Alcune brevi considerazioni:
1. Se il sintomo è una metafora dobbiamo allora considerare il suo aspetto "camaleontico " che ci suggerisce e deve metterci in guardia che esso può presentarsi in diverse forme. Altresì bisogna essere cauti e non esultare subito quando all’inizio di un percorso terapeutico il sintomo scompare magicamente poiché non indica affatto una risoluzione del problema ma solo un probabile "spostamento"
2. Lo spostamento ci porta a due corollari a. Che il sintomo può presentarsi in una forma in età infantile e ripresentarsi in un’altra forma in seguito, in adolescenza , se il clinico non è stato abbastanza attento quando ha avuto la possibilità di occuparsene. b. Che non si caratterizza per la sua univocità come in molti casi lo è per il sintomo medico ( come detto sopra);
3. Un ostacolo alla prevenzione, è la ‘banalizzazione del sintomo’ che è un operazione rassicurante per il genitore e a volte per il medico ma che alla fine porta a pagare un prezzo molto salato. Infatti è accertato clinicamente che dietro un " sintomo banale" in età pediatrica può nascondersi un quadro psicopatologico molto grave che spesso si manifesta durante l’adolescenza. Solo per fare un esempio, dietro una fobia può esserci una psicosi che esordirà quando ci saranno alcune particolari condizioni in futuro.
Quali suggerimenti mi sento di dare, in ordine sparso: 1. Evitiamo di banalizzare il sintomo; 2 Approfondiamo sempre il sintomo per comprendere cosa c’è dietro e come si collega all’intero funzionamento psichico della persona, bambino o giovane adulto che essa sia. 3. È fondamentale intervenire precocemente; 4 . Non bisogna fidarsi assolutamente se il sintomo scompare spontaneamente e/o tantomeno dopo una breve consultazione psicologica perché come si dice dalle mie parti " gatta ci cova".
Poche indicazioni per fare bene e meglio. Buona prevenzione a tutti!
- Psicologo Clinico e di Comunità
- Psicoanalista Infantile
- Psicoterapeuta specialista in infanzia adolescenza e famiglia
- Ordinario e membro del comitato scientifico dell’A.I.P.P.I. - Associazione Italiana di Psicoterapia Psicoanalitica Infantile - Tavistock Clinic di Londra, membro della sezione italiana European Federation of Psychoanalytic Psychotherapy (S.I.E.F.P.P.) e dell'Associazione dei Gruppi Italiani di Psicoterapia Psicoanalitica dell'Adolescente (A.G.I.P.Ps.A)
- Socio dell’ Associazione Italiana di Gruppoanalisi “Il Cerchio” C.O.I.R.A.G.
- Ricercatore nell'ambito dei disturbi dello spettro autistico presso l' A.I.P.P.I. che collabora con il C.I.P.P.A. - Coordinamento Internazionale degli psicoterapeuti e psicoanalisti che si occupano di persone con autismo, che aderisce al progetto dell' Institut National de Santé et de Recherche Médicale (INSERM) per la valutazione dell’efficacia della psicoterapia psicoanalitica su pazienti affetti da disturbi dello spettro
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Informazioni personali
- Califano Pasquale
- - Psicologo Clinico e di Comunità - Psicoanalista Infantile - Psicoterapeuta specialista in infanzia adolescenza e famiglia - Ordinario e membro del comitato scientifico dell’A.I.P.P.I. - Associazione Italiana di Psicoterapia Psicoanalitica Infantile - Tavistock Clinic di Londra, membro della sezione italiana European Federation of Psychoanalytic Psychotherapy (S.I.E.F.P.P.) e dell'Associazione dei Gruppi Italiani di Psicoterapia Psicoanalitica dell'Adolescente (A.G.I.P.Ps.A) - Socio dell’ Associazione Italiana di Gruppoanalisi “Il Cerchio” C.O.I.R.A.G. - Ricercatore nell'ambito dei disturbi dello spettro autistico presso l' A.I.P.P.I. che collabora con il C.I.P.P.A. - Coordinamento Internazionale degli psicoterapeuti e psicoanalisti che si occupano di persone con autismo, che aderisce al progetto dell' Institut National de Santé et de Recherche Médicale (INSERM) per la valutazione dell’efficacia della psicoterapia psicoanalitica su pazienti affetti da disturbi dello spettro
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